Le masse popolari siciliane delegittimano l'UE imperialista
A Niscemi i No Muos fnno volare al 72,3% la diserzione dalle urne

Dal nostro corrispondente della Sicilia
Erano 4.309.963 gli elettori siciliani alla tornata per le europee. In 2.605.004 hanno scelto l'astensionismo, ben il 60,4% dell'elettorato siciliano. Notevole l'incremento rispetto alle passate elezioni europee (+220.171) quando si astenne il 55,7% degli elettori siciliani pari a 2.384.833. Sono in totale 2.605.004 gli astensionisti siciliani a questa tornata elettorale. Anche in Sicilia l'incremento dell'astensionismo è tutto dovuto all’avanzata della diserzione dalle urne, il voto più esplicito e coraggioso che l’elettore astensionista possa scegliere per esprimere la propria volontà.
Non era scontato un dato così importante, considerato l'effetto traino delle amministrative in alcuni grandi comuni, tra cui Caltanissetta, San Cataldo e Mazzarino (Caltanissetta); Acireale, Acicastello (Catania); Bagheria, Termini Imerese (Palermo); Naro e Racalmuto (Agrigento); Pachino (Siracusa); Mazara del Vallo (Trapani). Da notare che in tutti i 37 comuni siciliani al voto l'astensionismo per le amministrative è aumentato, tranne che a Brolo (Messina) e Calatafimi-Segesta (Trapani).
Anche in Sicilia è stata forte sulle masse popolari la pressione per il primo test elettorale del neopremier Renzi, appoggiato nell'isola da tutto l'apparato clientelare del governatore Crocetta, PD, e dalle neo-formazioni eredi del MPA. Il PD è avanzato, rispetto alle scorse europee (+158,179) e alle scorse politiche ( +105,410). I renziani hanno pescato a piene mani nei bacini dell'ex-MPA, di Scelta civica di Monti e Italia dei valori di Di Pietro e M5S. Un dato questo favorito dalle ormai consolidate politiche inciuciste del PD siciliano e del governatore.
Forza Italia crolla verticalmente anche in Sicilia, perdendo rispetto alle politiche 303.905 voti e alle europee del 2009 329.246 voti, riuscendo a racimolarne 362.415. Stessa sorte al Nuovo centro destra-UDC che non guadagna un gran consenso in Sicilia. Si pensi che il l'UDC da sola nel 2009 poteva contare sul 5,3% dei voti validi e oltre 70.049 voti in più rispetto. Rispetto al 2013 il Nuovo centro-UDC destra guadagna 84.853 voti, tuttavia tolti al bacino del PDL e del MPA.
Ma il vero flop anche in Sicilia è stato quello del M5S. Il partito di Grillo e Casaleggio perde 395.018 voti pari al -10,3% del corpo elettorale.
Un altro disastro è quello della Lista Tsipras che raccoglie 60.879 voti, con un calo rispetto alle europee precedenti di 22.026 voti e rispetto alle politiche di 75.817.

Le condizioni locali che hanno influito sul voto

Un dato politico molto importante è quello che anche nei comuni e nelle province in cui più avrebbe dovuto pesare la pressione di alcune formazioni politiche, la diserzione e l'astensionismo totale sono aumentati. Basta guardare i dati per comprendere che alcuni i feudi elettorali hanno subito gravi perdite. E' il caso di quello dei Genovese nella provincia di Messina, degli Alfano e dei Cuffaro nella provincia di Agrigento, dei Lombardo nella provincia di Catania, de vari picciotti berlusconiani e alfaniani nella provincia di Palerrmo.

Allo stesso modo neoformazioni come il M5S e la Lista Tsipras non hanno avuto evidentemente la capacità di riportare e/o trattenere sul piano dell'elettoralismo e del parlamentarismo borghese le grandi masse astensioniste siciliane. Il caso più evidente per questi ultimi due gruppi è Niscemi, il comune della provincia di Caltanissetta direttamente interessato al MUOS, il sistema di arma imposto dal governo italiano e dalla UE imperialista sul territorio siciliano. In questo comune ha disertato le urne il 72,3% dei 22.717 elettori. Il dato più alto di tutta la Sicilia e probabilmente d'Italia. Una diserzione di protesta che ha tracciato una netta linea di demarcazione con le illusioni parlamentariste e riformiste, propagandate a piene mani dalla Lista Tsipras e dal M5S e che ci comunica ad alta voce che le masse di Niscemi credono poco nella possibilità di vincere per via parlamentare la questione MUOS. Analoga situazione a Gela, il paese dell'ex-parlamentare europeo Crocetta, PD, attuale governatore della Sicilia. Il paese massacrato dalla disoccupazione e dall'inquinamento ha risposto con un 70,2% di diserzione. Nella provincia di Ragusa, a Vittoria, grosso centro agricolo colpito dalla crisi indotta dalla comunità europea diserta le urne il 64,5% dell'elettorato. A Grammichele, in provincia di Catania, il paese dell'ex-governatore Raffaele Lombardo, diserta il 65,6% degli elettori. Questi risultati sono storici se si pensa che in Sicilia l'astensionismo è stato propagandato solo nella provincia di Catania e con tutte le penalizzazioni dovute alla soppressione dei tabelloni elettorali per la propaganda indiretta. Una campagna astensionista che tuttavia ha avuto dell'eccezionale considerate le difficoltà oggettive in cui si è svolta, e ha costituito un passaggio di crescita politica per chi vi ha partecipato. Tutti militanti e simpatizzanti sono maturati, hanno rinsaldato il proprio legame col Partito, trovando nuove soluzioni con fantasia marxista-leninsita che hanno permesso di calarsi con intelligenza tra le masse popolari. Per questa grande prova politica, che ha avuto il suo migliore passaggio nelle gigantografie de “Il Bolscevico” e delle citazioni del compagno Giovanni Scuderi, Segretario generale del PMLI, esposte durante i banchini, i compagni della Cellula “Stalin” della provincia di Catania sono stati elogiati dalla Responsabile regionale per l'”ammirevole spirito di iniziativa che vi ha consentito di superare le difficoltà che oggettivamente si pongono al Paritto” e per lo “stile rosso e marxista-leninista vivace e accattivante che non è passato inosservato a coloro che vi hanno incontrato in piazza”.

 


4 giugno 2014